Con la recensione di oggi faccio un tuffo nel mio passato da adolescente. A 15 – 20 anni di distanza dalla prima volta, sono tornato a leggere uno dei libri per ragazzi che più mi hanno appassionato e ispirato da giovanissimo: L’isola del tesoro, di Robert Louis Stevenson.
Se ami l’avventura in terre lontane e misteriose, navigando nelle immense acque degli oceani del mondo, alla ricerca di tesori nascosti, circondato da pirati sanguinari e implacabili, tra ammutinamenti, tradimenti e combattimenti fino all’ultimo sangue, hai trovato il libro giusto: L’isola del tesoro è un classico d’eccellenza della letteratura per ragazzi per quanto riguarda il genere piratesco e d’avventura.
È un romanzo di formazione in cui spiccano anche altri elementi come il senso della morale e la spietatezza dell’uomo messo di fronte alla sete di denaro…
L’isola del tesoro – Recensione
Jim Hawkins è il figlio quattordicenne di un locandiere che, grazie alla conoscenza di un misterioso pirata, viene in possesso della mappa di un preziosissimo tesoro, sepolto anni prima dal leggendario Capitano Flint in un’isola deserta dispersa nel mar dei Caraibi.
Viene così organizzato un viaggio per mare, alla ricerca del fantomatico tesoro di settecentomila sterline, accumulato da Flint nelle sue precedenti scorrerie.
Jim, grazie alla fortuna e al proprio coraggio (che talvolta rasenta l’incoscenza di un giovane inesperto), diviene il protagonista di quest’avventura: scopre, difatti, l’ammutinamento di parte dell’equipaggio (in realtà composto da molti pirati della vecchia ciurma di Flint, desiderosi d’impossessarsi del tesoro) rivelandolo ai propri compagni.
S’incarica, poi, di spiarne i comportamenti, finendo nel bel mezzo di un combattimento dentro a un vecchio fortino nel cuore dell’isola. Da lì fuggirà, riuscendo a impossessarsi della nave (finita in mano pirata), per poi ritrovarsi coinvolto attivamente nella caccia al tesoro dall’esito a sorpresa…
In questa trama avvincente risalta il personaggio di Long John Silver, cuoco di bordo, un uomo allegro, servizievole e affabile che si dimostra, in realtà, il capo dei pirati, il cui unico obiettivo è mettere le mani sul tesoro di Flint.
La serie di circostanze su cui si basa la narrazione fa sì che s’intrecci uno stretto legame tra Jim e Silver, ora alleati, ora avversari, in cui viene fuori magistralmente tutto il doppiogiochismo del pirata, disposto a tradire entrambe le fazioni a seconda della convenienza del momento (poter ghermire il tesoro o salvare la propria pelle dalla forca). Un personaggio letterario davvero ben costruito nella sua ambiguità, peraltro interpretato a mio avviso in modo magistrale da Orson Wells nel film omonimo del 1972.
E a decidere le sorti del conflitto per il tesoro, infine, sarà un personaggio inaspettato per tutti…
Rileggendo L’isola del tesoro per la seconda volta in questi ultimi giorni, è come se fossi tornato indietro nel tempo di 20 anni, immedesimandomi nel giovane Jim, totalmente immerso e affascinato dalla sua fantastica avventura a lieto fine…
Se anche tu vorrai diventarne il protagonista, potrai farlo da qui.
Ti auguro come sempre il meglio per la tua vita.